Ci muoviamo nel cuore della notte. Al nostro fianco gli uomini dell’Arma dei Carabinieri.
«È come una guerra» – ci racconta Giampaolo, stringendo forte il volante. «Da una parte noi, dall’altra il più grande business illegale dopo droga e traffico d’armi, chiamato bracconaggio».
Poi la nostra auto inchioda all’improvviso.
«Lassù in cima! C’è qualcuno con una torcia!» – gracchia la radio, mentre il nostro gruppo si precipita all’esterno del fuoristrada.
Davanti a noi una parete fatta di cespugli e rocce che in alcuni punti sembra salire in perfetta verticale.
«Jamme! Andiamo!»
Il gruppo si muove. Ci arrampichiamo aggrappandoci a tutto quello che le nostre mani riescono a trovare. Gocce di sudore scendono lungo le tempie e la schiena.
«Eccola!» – esclama qualcuno.
Nascosta dai cespugli sta una vera e propria cassetta di sicurezza blindata. È per metà interrata. Chi la stava piazzando è svanito nel nulla.
«Sono richiami acustici per la selvaggina!» – mi spiega Giampaolo. «Grazie ad ordigni come questi i cacciatori di frodo riescono ad abbattere migliaia di animali selvatici, alcuni a rischio elevato di estinzione!»
Mentre con un flessibile gli uomini delle Guardie Volontarie WWF si apprestano a disinnescare la trappola, Giampaolo si siede di lato per riprendere fiato.
La sua sua e quella delle altre guardie volontarie WWF può apparire davvero come una guerra: da una parte semplici volontari dall’altra un business illegale nelle mani della criminalità organizzata con un giro d’affari di 23 miliardi di dollari all’anno.
«Hai mai avuto paura?» chiedo a Giampaolo.
«A volte…» risponde lui
«Hai mai pensato di mollare?» domando dopo un istante.
«Mai» risponde diretto lui.
E poi sorride.
Questo è Green Storytellers – Into the Wild
La Terza Stagione al fianco del WWF per raccontare la storia di chi vuole salvare il Pianeta
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