Sentire uno chef condividere di fronte ai nostri microfoni che cosa significa vedere rientrare in cucina un piatto il cui contenuto è stato appena toccato ci fa sentire parte di un’intima confessione. (Ndr: questa e altre interviste con alcuni degli chef più impegnati nella lotta allo spreco alimentare vi attendono nella seconda stagione di Green Storytellers in arrivo!)
Incredibile, non trovate? Il nostro comportamento al ristorante è una delle principali cause di spreco alimentare al di fuori delle mura di casa.
Ma perché si lascia nel piatto?
I motivi sono molteplici e qualcuno li ha anche studiati!
Lasciamo perché abbiamo ordinato troppo.
Lasciamo perché non ci piace.
Lasciamo per noia e per la volontà di “lasciare un buchetto per il dolce” (o altra portata).
Lasciamo – e non avete idea di quanto sia frequente questa assurda e leggermente ipocrita strategia mentale – per sentirci meno in colpa (come a dire: “in fondo non ho neppure finito il secondo!”)
Ma se da una parte lasciare nel piatto è una nostra libertà, dall’altra abbiamo un dovere: quello di richiedere il cosiddetto Doggy-Bag.
Potete chiedere di portare a casa ciò che non mangiate! Ed il ristoratore è obbligato per legge a prepararvelo in un contenitore alimentare ad hoc (lo dice addirittura una Sentenza della Corte di Cassazione).
Portate via con voi quello che avete avanzato, mangiatelo più tardi o fate un fantastico regalo al vostro animale domestico (che non lascerà di certo nulla nella sua ciotola), donatelo, portatelo ad un parente in campagna (le galline mangiano di tutto!)… insomma fate qualsiasi cosa, ma non lasciate che venga gettato in un cassonetto.
•••
895 milioni di persone nel mondo soffrono la fame.
Noi no.
Photo by ikhsan baihaqi on Unsplash