Quando lo intervistiamo, Ernesto ci parla di un momento nella sua vita che ha cambiato tante cose.
«Ricordo quando durante un’operazione, tenni tra le mani un piccolo…» Ernesto racconta e nonostante la poca luce della sera vedi i suoi occhi farsi lucidi. «Ed era piccolo… un batuffoletto di piume… ed io ero lì sapendo che sarebbe diventato il re dei cieli!»
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Ci muoviamo tra sterminate vallate attraversate dal vento che soffia dal mare alla ricerca di un’aquila che senza la passione e l’amore di Ernesto e Pino (e di tanti altri volontari) oggi non esisterebbe più. Perlustriamo pareti di roccia a strapiombo sul mare in cerca di un nido che se presente significherebbe solo una cosa: “c’è ancora speranza per l’Aquila di Bonelli!»
Ed è Pino all’improvviso a sussurrare: «Poco sopra la spaccatura! Sono due piccoli! Sono due!» I suoi occhi sono raggianti.
Io punto l’obiettivo verso un mucchietto di rami che sembra fluttuare nel vuoto: un piccolo muove veloce le ali, poco sopra mamma e papà – maestosi e bellissimi – stanno scendendo con il cibo.
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«Perché hai deciso di dedicare la tua vita alla protezione di questo volatile?» – chiediamo a Gabriele mentre ci mostra come piazza telecamere nascoste per contrastare il bracconaggio.
Ed in poche parole Gabriele riesce a dire quello che tutti noi pensiamo pur senza trovare le parole giuste.
«Perché è uno degli animali più belli che esistano!»
Questo è Green Storytellers – Into the Wild
La Terza Stagione al fianco del WWF per raccontare la storia di chi vuole salvare il Pianeta
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