Parlare di sostenibilità con un gruppo di studenti non è semplice. Può esserlo se ti trovi davanti ad una classe di ragazzini di 10 anni, ma le cose si fanno più complesse quando la platea che ti guarda ha 18 anni compiuti.
Prima della pandemia eravamo soliti incontrare migliaia di studenti ogni anno in decine e decine di spettacoli… ora invece tutto avviene attraverso la mediazione di una telecamera: non puoi leggere le espressioni del volto, non puoi interpretare movimenti, gesti… tutto si riduce ad una platea seduta in religioso silenzio fatta di mascherine e occhi.
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L’incontro verte sull’inquinamento da plastica e la difesa degli ecosistemi e devo ammettere che ho fatto bene i miei compiti. In pochi minuti snocciolo ai ragazzi statistiche, percentuali, infografiche… piazzando saggiamente le news più drammatiche nei punti più deboli della mia dissertazione.
I ragazzi mi ascoltano in silenzio, immobili. Dentro di me una vocetta esulta: “Non è stato poi così difficile!
Ma è quando si apre il dibattito che le cose si fanno meno semplici. Fingendo di essere una versione nostrana del Professor Keating in “L’Attimo Fuggente”, invito i ragazzi a condividere col gruppo quello che pensano davvero.
«Qualsiasi cosa vi salta in mente!» esclamo con fin troppo entusiasmo.
La ragazza con i capelli rossi in terza fila mi prende alla lettera.
«Ci parlate sempre di ambiente e di sostenibilità, ma noi non centriamo nulla! I guai li avete fatti voi!»
Il dibattito si congela, mentre la platea viene attraversata da un brusio di approvazione. La ragazza dai capelli rossi ha semplicemente avuto il coraggio di farsi portavoce di quello che pensano gran parte dei suoi compagni.
«È come una festa» – continua (senza rabbia né cinismo, ma come se affermasse la più scontata delle verità) «voi vi siete divertiti ed ora tocca a noi pulire…»
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Io rimedio all’imbarazzo generale con una serie di frasi fatte dove buonismo e promesse mi rendono ridicolo ai miei stessi occhi.
Greta Thunberg domandava all’Assemblea delle Nazioni Unite: “Ma che mondo ci avete lasciato?!”. L’Assemblea restava in silenzio. Seguivano un fiume in piena di promesse. Ad oggi una piccolissima parte di esse sono state mantenute.