Il volantino di una agenzia turistica americana pubblicizza “viaggio + albergo + scalata” ad un prezzo straordinariamente conveniente. A caratteri cubitali la scritta recita: “Venite a scoprire la natura incontaminata del Tetto del Mondo”. Eppure a pensarci bene c’è un aggettivo che poco si addice alla proposta commerciale in questione: “incontaminata”.
L’emergenza Everest è nota e inquietante nelle sue dimensioni.
35.000kg di immondizia accompagnano lo scalatore per tutta l’ascesa.
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Un’escursionista francese documenta il suo sogno di raggiungere la cima con una foto su Instagram mentre è in viaggio su di un aereo di linea: “Vado a scalare l’Everest! Vado a toccare Dio con un dito!”
Ma la foto di qualche giorno più tardi (una volta conquistata la vetta) non ha commenti di sorta: una distesa di bombole di ossigeno gettate tra le rocce e una valanga di bottigliette e cartacce, abbandonate consapevolmente dagli escursionisti.
Ad accompagnare la foto solo l’emoticon di una faccina che piange.
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“Vado a toccare Dio con un dito”
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