Le condizioni erano chiare: garantire l’anonimato.
«Dovrete celare volto e alterare la voce. Potete farlo?» – ci chiede Alessandro via Whatsapp. Mara si volta verso di me dopo avermi letto il messaggio. La Salerno-Reggio Calabria scorre veloce sotto le ruote del nostro furgone.
Io esclamo incredulo: «Ma che cosa stai dicendo?!»
Qualche decina di ore dopo avremmo registrato un’intervista difficile da dimenticare.
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Mario (il nome è ovviamente di fantasia) è stato bracconiere per buona parte della sua esistenza. Nessun rimorso, nessun pensiero… qualcuno potrebbe dire: “nessuna coscienza”… fino a quando un piccolo uccello, abbattuto illegalmente, si trova davanti a lui agonizzante…
«Mi sembrava che piangesse…» racconta Mario. «Ed è strano… perché avevo abbattuto di frodo centinaia di uccelli… ma quella volta fu differente. Era come se mi parlasse… ed io ero lì e lo guardavo… e all’improvviso urlai a me stesso: “Ma che diavolo sto facendo?!”»
Mario torna a casa, si disfa di fucili, di trappole, di richiami e decide di cambiare. Decide di farlo sul serio. E decide che deve cercare di sistemare le cose.
«Non è la caccia, capite? La caccia ha regole e leggi ed i veri cacciatori hanno una coscienza. Il bracconiere non ha limiti, non ha rispetto, non ha coscienza.»
Ad oggi Mario ha aiutato a contrastare il reato del bracconaggio collaborando insieme alle Guardie Volontarie WWF e coadiuvando l’opera dell’Arma dei Carabinieri.
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«Che cosa diresti ad un bracconiere, se potessi?» – chiede Mara al termine dell’intervista.
La voce di Mario è ferma anche se l’emozione è tanta.
«Gli direi: “Fermati!”… Credi a me: “Non è giusto!”»
Questo è Green Storytellers – Into the Wild
La Terza Stagione al fianco del WWF per raccontare la storia di chi vuole salvare il Pianeta
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